Viviamo in tempi di Post-Umanesimo.
Rappresentazioni ibride del corpo umano, volutamente incentrate su metamorfosi, ambiguità e frammentazione, sono diventate nuovamente un tema centrale della recente produzione artistica contemporanea in cui la riflessione sull'arte si unisce a quella scientifica, politica e filosofica.
Alla Fondazione Cirulli di San Lazzaro di Savena (Bologna), Architetture del Corpo - nuova sezione dell'Archivio Animato, format espositivo concepito da Jeffrey Schnapp, esperto di digital humanities dell'Università di Harvard, sull'idea che collezioni e archivi siano sempre in divenire e che quindi necessitino di modalità espositive nuove, agili e dinamiche - ci offre uno sguardo sul rivoluzionario approccio operato dal Futurismo nella prima metà del Novecento nella rappresentazione della figura umana.
Studi recenti hanno evidenziato come, fortemente attratti dall'esperienza estetica che deriva dal rapporto con le macchine e la tecnologia, i Futuristi abbiano sviluppato un antesignano universo post-umano e meccanomorfo in cui l'uomo viene esaltato in virtù delle sue capacità tecniche e trasfigurato da forme artificiali.
Grazie alla loro intuizione dell'impatto delle nuove tecnologie su corpo e mente, i Futuristi hanno inaugurato un'epoca dove, come ricordato da Jeffrey Schnapp: "la vita delle macchine è parte della vita della società, ma anche dove le macchine hanno potere, le macchine sono attori".
Thayaht (Ernesto Michaelles), Ballerina volante 1928, scultura
Thayaht (Ernesto Michaelles), Progetto per scultura - Ballerina volante 1920, matita e pastello su carta
Thayaht (Ernesto Michaelles), Bagnante o Fosco 1922, matita e pastello rosso su carta
Thayaht (Ernesto Michaelles), Studi per profilo 1930 c., matita su carta
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