Una grande retrospettiva dedicata al pittore Nicolas de Staël (1914-1955) è in corso al Musée D'Art Moderne di Parigi. Nicolas de Staël è stato una figura di spicco dell'arte francese del dopoguerra, quando il dibattito artistico europeo - dopo la distruzione e il caos della Seconda Guerra Mondiale - affrontava la crisi dei valori dello storicismo umanistico e il colore e la materia sopprimevano il problema di una rappresentazione oggettiva della realtà.
Durante una breve carriera di soli quindici anni, Nicolas de Staël fu l'unico pittore della sua generazione in Francia a trovarsi a proprio agio tanto con la figurazione quanto con l'astrazione, come ricorda Fabrice Hergott, direttore del Musée D'Art Moderne. L'uso del colore e la capacità di conciliare la tensione tra queste due modalità sono all'origine della popolarità e dell'influenza del suo lavoro.
Nicolas de Staël, Marseille, Ménerbes, 1954, olio su tela, 80,5 x 60 cm, courtesy Catherine & Nicolas Kairis/courtesy Applicat-Prazan, Paris / © Adagp, Paris 2023
L'uso sensibile del colore da parte degli artisti francesi della seconda metà del Novecento è non a caso anche il tema della mostra REVÊRIES, che inaugura questa sera da Studio Gariboldi a Milano.
La mostra presenta opere degli anni Cinquanta e Sessanta di Jean-Michel Atlan, Serge Poliakoff, Hans Hartung, Jean Fautrier, Aurélie Nemours, Jean Messagier, Jacques Doucet, Alfred Manessier, Pol Bury, André Lanskoy, André Marfaing, Gérard Schneider e François Morellet, evidenziando i forti legami con la musica, la poesia e la filosofia.
Serge Poliakoff, Composition rouge, jaune, noir gris, 1969, olio su tela, 115x90 cm, courtesy Studio Gariboldi
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