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Il Grand tableau antifasciste collectif alla 12a Biennale di Berlino

Aggiornamento: 10 giu 2022

Con l'inaugurazione del 10 giugno e per tutta l'estate, la 12a Biennale di Berlino - Still Present! - coinvolgerà pubblico, ospiti e addetti ai lavori in un programma intensivo in sei sedi diverse, ideato dall'artista francese Kader Attia che ha costruito la sua carriera sull'esplorazione dell'eredità del colonialismo nelle culture non occidentali.


"La Biennale di Berlino si è affermata come uno spazio aperto che sperimenta, identifica ed esamina criticamente le ultime tendenze del mondo dell'arte", ha dichiarato l'artista che, nato in Francia e cresciuto tra Parigi e Algeri, nell'ambito della 12a Biennale intende investigare il ruolo delle arti come forma di riparazione, cura e resistenza sociale.


Il pubblico che visiterà il KW Institute for Contemporary Art durante l'evento avrà la possibilità di vedere un capolavoro: Grand tableau antifasciste collectif [Grande quadro antifascista collettivo], un dipinto monumentale (4x5 metri) realizzato a Milano nel 1960 dagli artisti Antonio Recalcati, Enrico Baj, Erró, Gianni Dova, Jean-Jacques Lebel, Roberto Crippa, tutti provenienti all'epoca dalla scena artistica e culturale d'Avanguardia.



Antonio Recalcati, Enrico Baj, Erró, Gianni Giancarlo Dova, Jean-Jacques Lebel, Roberto Crippa, Grand tableau antifasciste collectif [Large collective antifascist painting], 1960

Painting and collage on canvas

400 × 500 cm

© Antonio Recalcati, Erró, Jean-Jacques Lebel, Roberto Crippa / VG Bild-Kunst, Bonn 2022; Heirs Enrico Baj, Gianni Dova


Grand tableau antifasciste collectif è nata come imponente opera di protesta contro la guerra coloniale in Algeria (il conflitto che dal 1954 al 1962 oppose l’esercito francese e gli indipendentisti algerini), realizzata dagli artisti nello Studio di Roberto Crippa a Milano sull'onda dell'emozione suscitata dalla notizia di un odioso crimine perpetrato dall'esercito francese ai danni di una giovane attivista del Fronte di Liberazione Nazionale Algerino - accusata ingiustamente dopo il ritrovamento di una bomba all'Università di Algeri.


Come si evince dal titolo del dipinto, gli artisti hanno lavorato collettivamente durante un happening, contribuendo ciascuno a un dettaglio specifico della composizione, ma riuscendo a trasmettere uno stile omogeneo, al tempo stesso espressionista, drammatico e grottesco. Il risultato dello sforzo comune può essere letto oggi come una pittura di guerra, una pittura di storia, sulla linea di illustri precursori come Goya e Picasso.

La tela fu esposta a Brera il 5 giugno 1961 a Milano, insieme ad altre opere di Brauner, Fontana, Matta, Michaux, Rauschenberg, Twombly, Tinguely.

Il 14 giugno fu confiscata dalle autorità italiane (l'accusa era di offesa alla religione e oscenità) e conservata nei depositi del Tribunale di Milano per 24 anni: l'artista Jean-Jacques Lebel - il cui contributo è riconoscibile nella silhouette femminile in alto a sinistra - aveva originariamente apposto una foto del Papa e di un cardinale sulle due figure di generali dipinte dal collega Enrico Baj in primo piano.


Grand tableau antifasciste collectif - che dalla ricomparsa nel 1985 ha avuto una travagliata storia di ricerca di una definitiva collocazione museale in Francia - proviene oggi dalla collezione permanente del Musée d'Art Moderne e Contemporain di Strasburgo.


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